L'Expo 2015

L'Expo 2015 rappresenta il grande progetto di cui Milano e il Paese hanno bisogno per rilanciarsi e ritrovare la fiducia in se stessi.

Può essere un'occasione importante per rimettere finalmente in moto la nostra città, renderla nuovamente protagonista sul piano internazionale e stimolarne lo sviluppo con un piano d'investimenti attento alla qualità delle opere che verranno realizzate.

C'è un'unica nota dolente: non possiamo nasconderci che in questo processo l'anello debole della catena, oggi, è la credibilità dei politici e delle istituzioni. Che sta toccando, purtroppo, un livello sempre più basso.

Il messaggio di Spadolini

Milano ha il dovere di reagire. Ricordo quando in quest'aula, negli anni bui del terrorismo, Giovanni Spadolini disse che solo da Milano poteva partire un messaggio forte, capace di colmare il solco esistente tra la società politica e la società civile rendendo nuovamente credibile la politica.

Non voglio, in questa sede, soffermarmi sui dettagli del piano o discuterne gli aspetti tecnici: avremo il tempo e gli strumenti per farlo.

Voglio invece sottolineare la portata politica e simbolica del progetto. L'Expo 2015 può essere il messaggio forte che la città attende dalla sua classe politica: un messaggio di sviluppo, di rinnnovamento, di crescita sostenibile. E, soprattutto, un messagio di fiducia.

Data la risposta positiva dei partiti e la lealtà dell'opposizione, un successo conseguito da Milano non sarebbe né di destra, né di sinistra. Sarebbe una vittoria della città e di un progetto politico di cui oggi si avverte fortemente il bisogno.